Mercato auto in crisi, in giugno -17% di immatricolazioni. I marchi che crollano di più

Il calo del 17,52% non è solo un valore numerico, ma l’espressione concreta di una crisi che affonda le radici in vari fattori: l’esaurimento della spinta degli incentivi, la confusione normativa, una transizione energetica ancora zoppicante e una domanda privata in netto riflusso.
A preoccupare, in particolare, è il comportamento del canale dei privati, storicamente barometro della fiducia dei consumatori. A giugno ha subito un crollo del 29,14%, bruciando oltre 28 mila targhe e contribuendo interamente al segno negativo del mercato Passenger Cars. La quota di mercato si ferma al 51,3%, in calo anche rispetto al già debole 52% del cumulato annuo.
Il noleggio a lungo termine, che nei mesi scorsi aveva mostrato segnali di tenuta, non ha brillato: un timido +2,48% tradotto in appena 758 auto in più. Un risultato sostenuto esclusivamente dalle captive, in crescita del 21,51%, mentre i top player generalisti hanno pagato lo scotto di una normativa fiscale penalizzante sui fringe benefit, con un calo del 9,35%. Flessione anche per le autoimmatricolazioni (-11,96%), pur con una crescita delle targhe uso noleggio (+45%).
A dominare il mese è stata la corsa dell’ultimo minuto. Nei tre giorni feriali finali di giugno (26-27-30), si è concentrato il 43,2% delle targhe totali, un balzo rispetto al 25% di maggio. Otto brand hanno immatricolato più della metà dei propri volumi in questa finestra: tra i più attivi Hyundai (65,5%), Opel (60,9%), Citroen, Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Volkswagen e Peugeot. Mercedes si distingue invece per la maggior regolarità del flusso (solo 26,4% negli ultimi tre giorni).
Brand: vincono i forti, resistono i nuovi, crollano i tradizionaliFiat mantiene la leadership con 11.506 targhe, ma perde il 33,75% su base annua. Toyota si avvicina minacciosamente con 10.073 immatricolazioni (-11,04%), seguita da Volkswagen (9.678, -13,26%). Dacia torna quarta ma accusa un crollo del 32,58%, mentre Renault è quinta a -28,4%. Sesta BMW con un +10,68% e settima Audi (-4,91%).
Tra i casi virtuosi spiccano Alfa Romeo (+88,96%), Cupra (+30,7%) e BYD che supera quota 2.000 unità e l’1,4% di share. Malissimo invece Tesla (-66%), Lancia (-82,63%), Citroen (-50,75%), Kia, Opel e Nissan con cali tra il 22% e il 28%.
Pesante il bilancio delle sanzioni CO2: Fiat (117,6 g/km contro l’obiettivo di 99,7) accumula 146 milioni di euro, Volkswagen 164 milioni, Peugeot 93, Ford 140. Virtuose Toyota (95,8 g/km), BYD (attivo di 70 milioni) e Audi che però, con 37 mila auto, raggiunge 162 milioni di sanzioni.
Privati vs noleggio: chi traina davvero?Il canale privati si conferma il più colpito: il calo netto è una spia del clima di sfiducia e della mancanza di politiche incentivanti efficaci. In compenso, i brand con maggiore esposizione al retail puro, come Dacia (87,3%) e Suzuki (86,7%), riescono ancora a difendere buoni volumi. La media della quota privati si ferma al 51,3%.
Nel noleggio a lungo termine dominano Cupra (60,9%), BMW, Alfa Romeo, Audi e Volkswagen, tutti con quote tra il 30% e il 46%. Nel breve termine, BYD svetta con il 21% delle sue vendite. Nelle autoimmatricolazioni, spiccano DR (41,4%), BYD, Hyundai e Jeep.
Emissioni e sanzioni: la CO2 è ancora un macignoNel primo semestre le emissioni medie delle Passenger Cars sono di 116 g/km, con una proiezione di sanzioni CAFE per 1,863 miliardi. Di questi, oltre 1 miliardo è attribuibile ai privati, che con 118 g/km risultano il segmento più impattante. Le società (132 g/km) contribuiscono con 165 milioni, il NLT è il più virtuoso con 110 g/km ma paga 320 milioni. Le autoimmatricolazioni restano sotto controllo (110 g/km, 142 milioni).
LCV: un mercato che continua a perdere quotaAnche i veicoli commerciali leggeri proseguono il trend negativo: giugno chiude a -5,19%, undicesima contrazione consecutiva. Fiat è prima (+25,79%), seguita da Ford (+9,75%), Renault (-35,28%) e Iveco (-54,62%). Le immatricolazioni totali sono state 18.521.
Le emissioni sono alte: media a 182 g/km, con artigiani e professionisti a 192 g/km. Il noleggio a lungo termine segna 170 g/km ma paga 50 milioni su un totale di 249 milioni di sanzioni CAFE LCV nel semestre.
Previsioni 2025: segni più sparsi, ma futuro incertoSecondo Dataforce, il forecast 2025 scende a 1.580.000 unità, con un leggero +0,68% sull’2024. I privati dovrebbero perdere 22.500 unità, con un calo del 2,45%. Forte crescita attesa per il noleggio breve (+27,8%) e moderata per quello lungo (+5,52%). Le autoimmatricolazioni e gli acquisti business diretti resteranno stabili o in lieve calo.
Tra le alimentazioni, le BEV dovrebbero crescere del 43%, le full hybrid del 31% e le PHEV dell’80%. In calo benzina, diesel e GPL. Per gli LCV, previsione negativa con 168.000 immatricolazioni (-10,88%) e tutti i canali in sofferenza.
Il mese di giugno ha sancito una crisi profonda per il mercato auto italiano, mascherata solo in parte dalla corsa finale alle immatricolazioni. I dati parlano chiaro: i privati arretrano, il noleggio non basta, le emissioni restano alte e le sanzioni pesano come macigni. Il sistema sembra ormai stretto in una morsa: da un lato la necessità di una transizione ecologica che tarda a concretizzarsi, dall'altro un mercato che non riesce a riprendersi davvero. Servono scelte rapide, coordinate e coraggiose. Senza una visione strategica condivisa, l’auto rischia di restare ferma ai box, mentre l’Europa accelera.
Affari Italiani