Come si guida al Balaton Park: tre curve insidiose. E un dato fa sorridere Marc Marquez

L’Ungheria torna a ospitare il Motomondiale dopo 33 anni. L’ultima gara in terra magiara risaliva al 1992, quando Eddie Lawson trionfò all’Hungaroring e regalò alla Cagiva il primo successo nella massima categoria, all’epoca la 500. La MotoGP, invece, correrà per la prima volta assoluta al Balaton Park Circuit, pista completamente nuova. L’impianto, terminato nel 2023 e costruito vicino al lago Balaton, dista 85 km da Budapest. Difficile fare un pronostico, data la particolarità di questo tracciato, lungo 4,115 km e contraddistinto da frenate impegnative.
Il Balaton Park presenta un layout fatto di continui stop-and-go, ovvero un’alternanza di staccate molto dure e accelerazioni brusche. Risultano sollecitate le gomme: fondamentale il supporto dello pneumatico anteriore, mentre il posteriore deve fornire il grip quando il pilota riparte dopo una frenata. Da non sottovalutare anche l’aderenza, dato che il tracciato non è ancora perfettamente gommato. Inoltre l’asfalto è particolarmente sensibile alle variazioni di temperatura: un altro fattore da tenere in considerazione. Sono sollecitati anche gli impianti frenanti. I tecnici Brembo considerano il Balaton Park Circuit mediamente impegnativo, con un indice di difficoltà pari 3 in una scala da 1 a 6. Tre staccate sono poco impegnative, due rientrano nella categoria Medium. Sono tre anche i punti più impegnativi. Solo in due tratti della pista, però, gli spazi di frenata superano i 185 metri.
L’attenzione dei piloti si è subito concentrata sulla prima chicane, piuttosto stretta e da affrontare a bassa velocità. Ci si arriva dal rettilineo di partenza, il più lungo del tracciato, e si passa da 290 km/h a 100 km/h in 233 metri. Seguono due curve a sinistra che immettono su un secondo rettilineo, quello che porta alla staccata 5, verso destra. Si tratta della frenata più impegnativa del Balaton Park Circuit: qui le MotoGP scendono da 282 km/h a 72 km/h in 5,2 secondi, percorrendo 226 metri. I piloti esercitano un carico sulla leva del freno di 6 kg. La decelerazione è di 1,5 g, la pressione del liquido freno Brembo raggiunge i 12,8 bar e la temperatura dei dischi in carbonio tocca i 590 °C. Mediamente impegnative le curve 9 e 12, mentre la 11 risulta più semplice. Infine attenzione alla staccata 15, la terza più dura: posta verso sinistra, è l’ingresso di una chicane che conduce all’ultima frenata e quindi al traguardo. Anche qui si passa da 243 km/h a 100 km/h.
Come già anticipato, è difficile fare pronostici in vista della gara. Un dato, però, può far sorridere Marc Marquez: il leader del Mondiale si trova particolarmente a suo agio sui circuiti sinistrorsi e il Balaton Park presenta 10 curve che girano a sinistra contro 7 tornanti “destri”. Un dettaglio da non trascurare. Da non sottovalutare anche la concorrenza. Francesco Bagnaia ha ammesso di essersi sentito bene sulla pista, durante il test condotto a inizio agosto. Attenzione pure ai piloti Gresini, Alex Marquez e Fermin Aldeguer, veloci nel corso delle prove al Balaton Park e apparsi in grande forma nell’ultimo weekend.
La Gazzetta dello Sport