Arriva la Fiat 500 a guida autonoma del PoliMi per favorire gli spostamenti degli anziani

DARFO BOARIO TERME – Un progetto che unisce tecnologia, inclusione e sostenibilità: si chiama Sharing for Caring ed è il primo prototipo italiano di mobilità autonoma pensato per persone anziane o con fragilità motorie. A realizzarlo è stato il Politecnico di Milano, attraverso il gruppo di ricerca AIDA (Artificial Intelligence Driving Autonomous), nell’ambito del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST). La dimostrazione pubblica è andata in scena tra le strade di Darfo Boario Terme, in Valle Camonica, dove una Fiat 500 elettrica 3+1 ha completato un tragitto urbano senza conducente, fermandosi per far salire un passeggero e portarlo alla farmacia più vicina.
Un gesto semplice, ma rivoluzionario. Perché dietro quella breve tratta c’è un’idea concreta: usare la guida autonoma per offrire un servizio a bassa velocità, accessibile e replicabile anche nei piccoli comuni italiani, dove il trasporto pubblico scarseggia e l’invecchiamento della popolazione impone nuove soluzioni. “In un contesto demografico in cui l’età media è in costante crescita, garantire autonomia a chi vive in territori meno serviti è una priorità”, ha dichiarato il professor Sergio Savaresi, responsabile scientifico del progetto. “Robo-Caring vuole essere una risposta concreta e sostenibile”.

Il cuore dell’iniziativa è una Fiat 500 3+1, scelta per la facilità di accesso garantita dalla portiera posteriore controvento. È stata equipaggiata con un sistema avanzato di guida autonoma sviluppato dal team AIDA e collegato via rete a un sistema di controllo remoto, grazie al supporto tecnologico di Cisco Italia. Il test si è svolto in presenza di un “safety driver”, come previsto dal Decreto Smart Road del 2018, ma l’auto ha gestito in autonomia tutte le fasi del percorso.
Il progetto – finanziato da Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano – vuole offrire un’alternativa concreta alla mobilità privata, difficile da mantenere per molti anziani, e colmare il vuoto lasciato dai servizi pubblici. Si rivolge a una platea crescente di cittadini che rischia di essere esclusa dalla vita sociale per mancanza di mezzi autonomi per spostarsi. Farmacie, ambulatori, supermercati: sono i punti di interesse che Sharing for Caring punta a collegare alle abitazioni delle persone fragili, restituendo loro indipendenza e sicurezza.
“La nostra popolazione over 65 è in forte crescita e la geografia montana di comuni come Darfo rende indispensabile pensare soluzioni a basso impatto ma ad alto valore sociale”, ha sottolineato il sindaco Dario Colossi. Regione Lombardia ha appoggiato l’iniziativa sin dalle prime fasi, come ha ricordato il sottosegretario Raffaele Cattaneo: “Dopo la missione istituzionale a Indianapolis, abbiamo potuto constatare quanto fosse avanzata la ricerca del Politecnico in questo campo. Oggi la Lombardia è tra i leader globali nella guida autonoma e questo ci spinge a investire ancora di più”.

Non è un caso che la 500 protagonista del test sia decorata ispirandosi all’arte giapponese del Kintsugi, la pratica che valorizza le crepe come parte della storia di un oggetto. “Anche le fragilità possono diventare risorse, se accompagnate con intelligenza e sensibilità”, ha spiegato Federico Falck, presidente della Fondazione Ico Falck. “Il nostro obiettivo è sviluppare una mobilità che tenga conto di tutte le persone, non solo dei più abili”.
La componente tecnologica è stata curata da Cisco Italia, che ha fornito le soluzioni di connettività avanzata per la supervisione remota del veicolo. “Per far funzionare la guida autonoma in modo sicuro serve una rete ad alte prestazioni, capace di comunicare in tempo reale con i sistemi intelligenti a bordo”, ha spiegato l’amministratore delegato Gianmatteo Manghi. Il risultato è un servizio che può funzionare anche in assenza di infrastrutture complesse, rendendo sostenibile l’introduzione della mobilità autonoma in contesti difficili.
“L’accessibilità è una delle grandi sfide della mobilità sostenibile”, ha concluso Gianmarco Montanari, direttore generale del Centro MOST. “Con Sharing for Caring dimostriamo che l’innovazione può essere anche equità: una tecnologia che risponde a bisogni reali, e che può essere replicata ovunque ce ne sia bisogno”.
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