La Cina chiede un equo accesso al mercato europeo per i suoi produttori

"Le case automobilistiche finanziate dalla Cina dovrebbero avere equo accesso al mercato dell'Unione Europea", ha dichiarato la Camera di commercio cinese all'UE, esprimendo preoccupazione per il fatto che l'Unione potrebbe modificare la propria politica di riduzione del rischio verso un maggiore disaccoppiamento con la Cina.
Queste dichiarazioni fanno seguito agli incontri tenutisi a Bruxelles il 15 e 16 luglio tra un gruppo di lavoro del settore automobilistico del CCCEU e funzionari commerciali dell'UE, secondo una dichiarazione del CCCEU, l'organismo che rappresenta gli interessi commerciali del paese nel mercato dell'UE.
Da luglio 2024, Cina e UE sono impegnate in una disputa sui dazi UE sui veicoli elettrici di produzione cinese. Sono in corso sforzi per sostituire i dazi, che in alcuni casi superano il 45%, con prezzi minimi, ma ad oggi non sono stati compiuti progressi concreti.
"Il settore sta monitorando attentamente l'andamento dei negoziati sull'"impegno sul prezzo minimo" e si aspetta risultati positivi", ha affermato il CCCEU nella nota.
Agli incontri di Bruxelles hanno partecipato i rappresentanti di sei aziende cinesi, tra cui NIO, XPeng, Xiaomi, EVE Energy e Gotion High-Tech.
Il gruppo di lavoro ha inoltre espresso preoccupazione per la possibilità che le tensioni commerciali globali possano compromettere la stabilità del mercato dell'UE o portare a un cambiamento nella politica dell'UE nei confronti della Cina.
Il CEO di Skoda, Klaus Zellman, ha dichiarato in un'intervista alla ABC: "La Cina non ha una domanda sufficiente a soddisfare la capacità dei produttori del proprio Paese e, dato il blocco delle frontiere con gli Stati Uniti, è logico che cerchino di vendere nel mercato europeo".
In particolare, il CCCEU ha espresso preoccupazione per il fatto che la politica dell'UE volta a ridurre la dipendenza dalla Cina in determinati settori potrebbe trasformarsi nel lungo termine in un disimpegno ancora più dannoso.
ABC.es