Renault rivede le stime dopo il rosso del primo semestre 2025

Da un lato, il bilancio ufficiale certifica una perdita netta di oltre 11 miliardi di euro, legata principalmente a un’operazione contabile straordinaria sul valore della partecipazione in Nissan. Dall’altro, il management guidato dal nuovo CEO François Provost rivendica una solidità strutturale del gruppo e lancia segnali di fiducia per la seconda metà dell’anno, in un mercato che resta sfidante ma non privo di opportunità.
È lo stesso Provost a mettere in chiaro la visione: Renault dispone delle fondamenta per affrontare le difficoltà, forte di team coesi, un portafoglio prodotti rinnovato, un’organizzazione snella e un piano chiaro per accelerare la trasformazione del gruppo. I numeri pubblicati il 31 luglio parlano di un fatturato complessivo pari a 27,64 miliardi di euro, in crescita del 2,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, ma con margini operativi in contrazione al 6%. Il business auto, cuore dell’attività del gruppo, ha registrato ricavi per 24,49 miliardi, con una crescita contenuta e fortemente condizionata dalla svalutazione di valute chiave come la Lira turca e il Peso argentino.
A pesare in modo determinante sul risultato finale è stato il cambio nel trattamento contabile della partecipazione in Nissan, che ha portato a una rettifica non monetaria da oltre 9 miliardi di euro. Senza questo effetto, il risultato netto del gruppo sarebbe stato positivo per 461 milioni, un dato che conferma come il cuore industriale e commerciale del gruppo stia reggendo l’urto. Il contributo della divisione finanziaria Mobilize è stato particolarmente solido, con un margine operativo di 668 milioni in forte crescita rispetto al 2024, segnale che l’attività di finanziamento ai clienti resta un pilastro redditizio e in espansione.
Sul fronte operativo, Renault ha registrato un mix di fattori contrastanti: la spinta dei nuovi modelli – tra cui Bigster, Duster, Renault 5 e Rafale – ha generato un effetto prodotto positivo, mentre le vendite ai partner e il mix geografico hanno pesato in negativo. La pressione sul canale retail e il rallentamento dei veicoli commerciali in Europa hanno imposto un adeguamento nei prezzi e nei volumi, mentre sul fronte internazionale si sono registrate performance più brillanti. Anche il controllo dei costi ha avuto un ruolo chiave: grazie all’efficienza negli acquisti e alla discesa dei prezzi delle materie prime, il gruppo ha potuto assorbire parzialmente l’effetto negativo del mix prodotti, penalizzato da una minore quota di veicoli a margine elevato.
In questa fase di transizione, Renault continua a puntare sulla sostenibilità del proprio modello. Il free cash flow è stato positivo per 47 milioni di euro, anche se limitato dall’incremento degli stock e da una stagionalità produttiva diversa rispetto all’anno precedente. La posizione finanziaria resta robusta, con oltre 15 miliardi di liquidità disponibile e una gestione degli investimenti orientata alla selettività: la quota di spesa su R&S e capex si è attestata al 7% del fatturato, in calo rispetto al 2024 ma coerente con l’obiettivo di efficienza.
Il secondo semestre dovrebbe beneficiare di una serie di fattori favorevoli. Tra questi, un portafoglio ordini in crescita, il pieno impatto dei lanci già avviati e l’aumento delle vendite ai partner, oggi penalizzate dall’attesa di nuovi modelli. Le previsioni aggiornate parlano di un margine operativo annuo atteso attorno al 6,5% e un free cash flow compreso tra 1 e 1,5 miliardi di euro. L’attenzione resta alta anche sulla politica commerciale: Renault continua a privilegiare la creazione di valore rispetto ai volumi, proteggendo i valori residui dei propri veicoli e spingendo la quota di vendite a privati, in crescita di 15 punti rispetto alla media di mercato.
Il 2025 rappresenta per Renault un anno ponte. Un periodo in cui il gruppo, pur colpito da elementi esogeni e da un mercato europeo ancora instabile, mette le basi per una nuova fase di sviluppo. Lo testimoniano i sette nuovi modelli e i due restyling lanciati quest’anno, che si aggiungono ai dieci del 2024, segnale di una gamma in piena evoluzione. E lo conferma anche la capacità di Renault di adattarsi con flessibilità alla domanda di veicoli termici, ibridi ed elettrici, seguendo l’andamento della transizione energetica senza subirla.
Nelle parole di Provost, il messaggio è chiaro: serve visione, ma anche esecuzione rigorosa. In un settore attraversato da forti turbolenze, Renault vuole giocare un ruolo da protagonista, forte di un modello agile, di una rete di partner consolidata e di una strategia industriale che punta su innovazione, efficienza e sostenibilità.
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