Il riciclo delle batterie, chiave per la sostenibilità dei veicoli elettrici
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Poiché non emettono gas inquinanti, le auto elettriche sono considerate un'alternativa ecologica ai veicoli a combustione. Si stima che il 25% dei gas serra provenga dal trasporto su strada e rappresentano una componente chiave delle politiche di decarbonizzazione dell'Unione Europea.
Secondo il Global EV Outlook, il rapporto annuale che studia i progressi della mobilità elettrica in tutto il mondo, circolano già 42 milioni di auto a zero emissioni e una su cinque di quelle immatricolate non ha più un motore a combustione.
Tuttavia, le emissioni di scarico non sono l'unica fonte di inquinamento dell'industria automobilistica. Produrre automobili è un processo costoso, difficile e ad alto consumo energetico. E il processo di estrazione dei materiali necessari per costruire una batteria non è ancora entrato in gioco.
Le batterie sono il componente più importante di un'auto elettrica e ne determinano in larga misura il costo. Per questo motivo, i produttori hanno avviato una corsa al controllo della propria offerta, attualmente dominata da giganti cinesi come CATL.
La produzione di batterie richiede minerali rari e costosi, le cui riserve non sono facili da sfruttare. I principali giacimenti di litio, cobalto e manganese si trovano in paesi con condizioni di lavoro e sociali precarie, il che ha permesso l'emergere di un'industria estrattiva che non è tenuta a rispettare le condizioni di lavoro europee.
Le sfide industriali che le auto elettriche devono affrontare non implicano che la costruzione di auto a combustione interna sia un processo raffinato e sostenibile. Entrambe le soluzioni affrontano sfide di assemblaggio simili.
Considerando le emissioni totali di un'auto elettrica, note come "well-to-wheel", nell'arco del suo ciclo di vita, un'auto elettrica raggiunge il suo punto di pareggio rispetto a un modello a combustione interna tra i 15.000 e i 30.000 chilometri. Da quel momento in poi, diventa l'opzione più pulita.
Secondo il rapporto "Miti e verità sulle auto elettriche" della Fondazione per l'Ecologia e lo Sviluppo (Ecodes), "le emissioni totali generate durante l'intero ciclo di vita di un veicolo elettrico equivalgono alla metà di quelle generate dai veicoli a combustione".
Le batterie, essendo un sistema chimico, si degradano inevitabilmente con l'uso e la ricarica. I produttori le garantiscono generalmente per otto anni o 100.000 chilometri, e sostituirle è così costoso che molti proprietari optano per un'auto nuova.
Dal 2015, l'Unione Europea ha imposto all'industria di riciclare l'85% dei componenti di tutti i veicoli, siano essi elettrici o a combustione. Per raggiungere questo obiettivo, nel 2017 la Spagna ha approvato il Regio Decreto 20/2017 sui veicoli fuori uso, che obbliga i proprietari a consegnarli a un Centro di Trattamento Autorizzato (CAT).
Il nuovo Regolamento sulle Materie Prime Critiche dell'Unione Europea mira a ridurre la dipendenza dai Paesi terzi per queste materie prime essenziali. Si prevede che entro il 2030 il 10% sarà estratto, il 40% trasformato, il 25% riciclato e non più del 65% proverrà da un singolo Paese al di fuori dell'UE.
Per questo motivo, in Europa si sta sviluppando un'industria del riciclo delle batterie, sia da parte degli stessi produttori (Volkswagen, Renault e BMW hanno già progetti in corso in tal senso), sia da parte di nuovi attori che cercano di entrare nel mercato.
Il processo di riciclo prevede lo smontaggio e la disattivazione della batteria per impedirne il mantenimento dell'alta tensione potenzialmente letale. Segue la frantumazione e il recupero dei materiali costituenti della batteria, metalli, elettroliti e celle. Questo processo consente di estrarre litio, cobalto, nichel e manganese per il riutilizzo in nuove batterie o altri processi industriali.
ABC.es