Pressione gomme in MotoGP: cosa dice la regola e perché Marquez si è fatto superare

Prima la fuga solitaria, poi il brusco rallentamento, lasciandosi superare dal pilota alle proprie spalle: Marc Marquez ha sorpreso tutti durante la Sprint di Brno. La strategia è stata condizionata da uno degli ostacoli con cui i piloti MotoGP si stanno confrontando frequentemente da due anni: la pressione delle gomme Michelin. Dal 2024, infatti, è fondamentale rispettare alcuni parametri: limite minimo per la gomma anteriore pari a 1,8 bar, mentre quello posteriore è stato fissato a 1,7 bar. Tutti i protagonisti della top class sono chiamati a mantenere questi valori per almeno il 60% dei giri della gara lunga e per il 30% della Sprint. In caso di violazione scatta in automatico la sanzione: 8” di penalità nella corsa breve, 16” se l’infrazione avviene durante il GP classico.
Questa regola, introdotta all’inizio della scorsa stagione, nasce per ragioni di sicurezza. Infatti spesso, presentando una gomma con pressione piuttosto bassa, si otteneva maggiore aderenza. Un aspetto fondamentale nelle MotoGP attuali, in cui percorrenza in curva e angoli di piega hanno grande importanza. Al tempo stesso, però, un valore troppo basso in termini di bar avrebbe potuto creare condizioni pericolose per i piloti. Così la stessa Michelin, fornitore unico dal 2016, aveva suggerito i parametri minimi: i team avrebbero dovuto schierare moto con almeno 1,9 bar per le gomme anteriori e 1,7 bar per quelle posteriori. Questi numeri andavano mantenuti per il 30% della distanza di una Sprint e per il 50% dei giri nel GP di domenica. Poi sono stati imposti sensori di pressione sulle ruote. Infine, ecco l’introduzione di una nuova regola della Fim, che è stata applicata per la prima volta il 5 agosto 2023, dopo la gara Sprint in Gran Bretagna. I piloti avrebbero ricevuto un’ammonizione dopo la prima infrazione, subendo poi 3” di penalità alla seconda violazione. Una sanzione poi raddoppiata alla terza trasgressione.
Il nuovo regolamento è molto più attento alla pressione e dunque i piloti sono costretti a rimanere entro i valori corretti. Per farlo, molti ricorrono a una soluzione particolare: restando in scia si può alzare i bar degli pneumatici, evitando così di incappare in una penalità. È quello che Marquez ha fatto a Brno, cedendo momentaneamente il comando della Sprint a Pedro Acosta. Lo spagnolo della Ducati aveva già sperimentato questa strategia in altre due occasioni. Nel GP d’Olanda 2024 si era difeso, seguendo Fabio Di Giannantonio per tutta la gara. Un piano rovinato indirettamente da un attacco di Enea Bastianini, che lo aveva “spinto” fuori pista. I parametri, così, erano nuovamente risultati irregolari, rimediando 16” di penalità e perdendo la quarta posizione. In Thailandia, all’esordio del Mondiale 2025, invece, Marc era stato più fortunato: dopo essersi lasciato sfilare dal fratello minore Alex e gestito così la pressione irregolare, aveva piazzato l’attacco decisivo nel finale. Tattica risultata vincente ancora in Repubblica Ceca, come poi spiega a Sky Sport: "Abbiamo un riferimento al dashboard per la pressione delle gomme e ho visto che eravamo sotto. Quando mi sono accorto del problema ho deciso di aspettare Acosta per aumentare la temperatura delle gomme perché in scia di un pilota la pressione sale. Nel momento in cui ho capito di essere in regola sono tornato a spingere. Ieri non abbiamo girato su asciutto e oggi l'asfalto nuovo ha dato tante difficoltà agli ingegneri nel bilanciamento della moto".
La Gazzetta dello Sport