Perché i camion delle pulizie hanno il volante a destra

Se si passeggia per la città all’alba o a tarda sera, spesso e volentieri si incrociano i camion delle pulizie stradali. I più curiosi avranno notato un dettaglio su alcuni di mezzi: il guidatore si trova a destra e non a sinistra. Ma perché? Chi non se lo è mai chiesto mente.
I mezzi della nettezza urbana sono progettati per permettere all'autista di avere la massima visibilità sul marciapiede, sui bordi delle strade e sulle aree che devono essere pulite. Con il volante a destra, chi guida può controllare meglio lo spazio vicino ai cordoli e manovrare con più precisione. Se il volante fosse a sinistra, la distanza dal marciapiede aumenterebbe e la visibilità sarebbe peggiore. In più, per spazzare strade strette o piene di ostacoli, avere la cabina a destra fa davvero la differenza. Alcuni camion più sofisticati presentano addirittura due postazioni di guida, con volante e pedali su tutte e due i lati dell'abitacolo, così da permettere all'autista di scegliere da che lato guidare in base alle esigenze della strada. Per chi guida questo tipo di mezzo non ha bisogno di una patente speciale, curiosamente.
Per le restanti auto circolanti ,invece, si guida tenendo la destra e il volante sta a sinistra: una configurazione che serve per permettere ai conducenti di avere una migliore visibilità sulla corsia opposta e per facilitare sorpassi e incroci in sicurezza, questioni di cui il camion delle pulizie si interessa molto poco. È curioso sapere, però, che in Italia non è sempre stato così. Fino ai primi Anni 20, in molte zone della penisola si guidava sulla corsia di sinistra e con il volante a destra, come in Inghilterra: un'abitudine che risaliva ai tempi dei carri trainati da cavalli. Chi conduceva teneva la sinistra per poter avere la mano destra libera a gestire le redini e la frusta. Fu solo a partire dal 1923, con il Regio Decreto n. 473, che si stabilì l'obbligo della circolazione a destra in tutto il Regno d'Italia. L'obiettivo era uniformare la viabilità italiana a quella della maggior parte dei paesi europei, per favorire il commercio e la mobilità.
La Gazzetta dello Sport