Omoda 9, il Suv super hybrid cinese da 1.100 km di autonomia e comfort da prima classe. Come va

COLOGNE (BRESCIA) – Omoda 9 è l’ammiraglia del marchio Omoda & Jaecoo (gruppo Chery), un Suv di segmento D nonché il terzo modello dopo Omoda 5 e Jaecoo 7 ad essere lanciato sul nostro mercato. “Non è solo un’auto è un’esperienza di viaggio a cinque stelle, una sorta di Spa su quattro ruote con un’autonomia che supera i 1.100 chilometri” racconta Andrea Manglaviti, responsabile prodotto.
È stata progettata per sorprendere e per conquistare clienti di Hyundai Santa Fe e di marchi europei, preferibilmente premium, come Bmw X3, Mercedes GLC e Volvo XC60. Sicuramente vince per l’autonomia in elettrico che arriva a 145 km (181 in città), grazie alla batteria da 34,5 kWh più ulteriori 955 km con i 70 litri di benzina. Poi nel rapporto prezzo-dotazioni di serie visto che costa 51.900 euro, rispetto ai 55.800 di Santa Fe e 63.600 della XC60. Inoltre, beneficia di un’offerta di lancio che prevede 6.500 euro di risparmio con permuta e finanziamento a tasso fisso del 5,95%, quindi il prezzo scende a 45.400 euro.

Omoda 9 ha praticamente quasi tutto di serie dai cerchi in lega da 20” ai fari a matrice di led, poi volante e sedili riscaldabili e regolabili, head-up display con realtà aumentata, impianto stereo Sony con 14 altoparlanti e due speaker nel poggiatesta del guidatore, bagagliaio ad apertura elettrica e guida assistita di livello 2. A scelta due opzioni per gli interni e quattro colori per la carrozzeria con il bianco Khaki di serie e il nero Carbon e l’argento Tech a 1.100 euro, oppure il grigio matte a 1.600 euro.

Per vivere l’esperienza di viaggio che promette Manglaviti l’abbiamo provata per un centinaio di chilometri lungo le strade della Franciacorta tra i vigneti e le sponde del lago d’Iseo. L'Omoda 9 colpisce per le sue dimensioni generose (4,8 metri di lunghezza, 1,92 di larghezza e 2,8 di passo). La capacità del bagagliaio è di 660 litri e raggiunge i 1.783 litri con i sedili posteriori abbassati. Le linee sono tese e filanti per poter ottenere 0,308 di coefficiente aerodinamico a vantaggio dei consumi. La calandra massiccia e senza soluzione di continuità integra i gruppi ottici a Led sottili e affilati. Il profilo laterale è dinamico, con una linea di cintura alta e cerchi in lega da 20” che riempiono bene i passaruota. Il tetto spiovente e lo spoiler posteriore aggiungono un tocco sportivo.

Nell’abitacolo tecnologia e comfort sono i protagonisti. Sulla plancia spicca la configurazione "dual screen", due display da 12,3” per strumentazione digitale e infotainment. Si può connettere tutto e tutto viene aggiornato via Ota. I rivestimenti sono in pelle Nappa, inserti metallici e plastiche morbide al tatto sulla plancia e nel tunnel centrale. I sedili sono ben profilati e spaziosi e per quelli anteriori c’è la possibilità di scegliere da un menù varie funzioni di massaggio e ventilazione. La console centrale ospita pochi tasti fisici, privilegiando l'interazione tramite touch e comandi vocali, che si sono dimostrati precisi e intuitivi. Infine, l’insonorizzazione è un altro dei punti di forza di Omoda 9, grazie al motore termico incapsulato.
Sotto il cofano il sistema Super Hybrid con trazione integrale intelligente, un 1.5 turbo benzina ciclo Miller ad alto rendimento abbinato a tre motori elettrici (due all’anteriore e uno al posteriore) per una potenza complessiva di 537 Cv e 650 Nm di coppia, che si traducono in uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 4,9 secondi.
Al volante l’esperienza di guida è davvero confortevole e la silenziosità di marcia notevole. L'erogazione di potenza è fluida e lineare, grazie alla sinergia tra il motore termico e l'unità elettrica. Nei piccoli paesi, l'Omoda 9 si muove con agilità sorprendente per le sue dimensioni.
Uscendo dall'ambito urbano, rivela un carattere da "stradista" e quando si preme a fondo l’acceleratore in modalità Sport, ci si rende conto che le prestazioni dichiarate sono realistiche. L'assetto è ben bilanciato e assorbe efficacemente le asperità della strada senza compromettere la stabilità grazie anche alle sospensioni Cdc a controllo elettromagnetico che leggono l’asfalto 1.000 volte al secondo. Il rollio in curva è contenuto e lo sterzo è sufficientemente preciso per garantire una guida sicura e rilassante.
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