Bmw Neue Klasse: al volante della prima, la 1500 disegnata da Michelotti, in attesa dell’iX3

MONACO- C’è un prima e un dopo nella storia di Bmw. E il punto di svolta ha una data precisa: 1961.In quell’anno, la casa bavarese presentò la Neue Klasse, l’auto che all’epoca rilanciò il marchio, incarnando nei contenuti futuro e modernità. Oggi, la Neue Klasse torna, ma questa volta non è un modello: è una piattaforma, una visione per una nuova era fatta di elettrificazione, efficienza e software.
Per comprenderne l’importanza, siamo tornati un attimo indietro. Abbiamo guidato sulle strade di Monaco la Bmw 1500 del 1961, progenitrice della Neue Klasse, partendo simbolicamente dal numero 66 di Moosacher Straße dove sorge lo stabile che nel 1918 ospitò la prima fabbrica del costruttore e che oggi è sede del reparto Bmw Group Classic.

La 1500 fu un progetto rivoluzionario: una berlina media, leggera e scattante, segnata all’esterno da un design pulito e funzionale che rompeva con gli stilemi pesanti del decennio precedente. “Era l’auto giusta al momento giusto”, ci ha raccontato Helmut Käs, responsabile di Bmw Group Classic. Ma fu anche un atto di coraggio. All’inizio degli anni Sessanta la casa bavarese era in crisi finanziaria e industriale, serviva un’idea forte, un progetto capace di rilanciare il marchio.Quell’idea si chiamò Neue Klasse, una vettura che ancora oggi sorprende per la sua attualità. Durante il breve viaggio con lei ha dato l’impressione di scorrere leggera sull’asfalto con un equilibrio dinamico che evidentemente già al tempo anticipava quel “piacere di guida” diventato negli anni un manifesto del costruttore. Nulla nella sua progettazione è stato lasciato al caso: dalla posizione di guida per un’ottimale visibilità, alla risposta del motore, pronto e fluido nelle cambiate. È un’auto moderna anche sessant’anni dopo il debutto. Forse è anche per questo che a Monaco hanno scelto di rispolverarne il nome per battezzare la nuova architettura. La piattaforma Neue Klasse, infatti, non è solo un omaggio nostalgico ma un simbolo di trasformazione. La prima vettura a beneficiarne sarà la nuova iX3, attesa nel 2026: Suv compatto a zero emissioni che aprirà la via a un’intera famiglia di veicoli.
Non è però solo il nome a collegare passato e presente. C’è un filo più sottile, forse meno noto, ma fondamentale: quello che porta all’Italia. Perché la “prima” Neue Klasse non sarebbe mai nata senza il genio di Giovanni Michelotti: uno dei più prolifici designer italiani del dopoguerra. Fu lui a tracciare il Dna estetico della vettura che convinse il board tedesco a esplorare una nuova direzione stilistica. La matita del geniale torinese diede forma a una inedita identità visiva: linee tese, superfici sobrie, funzionalità senza fronzoli e inutili ricercatezze. In breve, il lessico della Bmw moderna.

Ed è proprio questo legame tra stile italiano e ingegneria tedesca il cuore pulsante della mostra “Belle Macchine”, allestita al Bmw Museum di Monaco fino all’8 ottobre. Un viaggio nell’estetica e nell’innovazione, tra prototipi, bozzetti e modelli storici. Una narrazione visiva che svela come dietro molte tra le vetture più iconiche della Doppia Elica, ad esempio la futuristica Garmisch disegnata da Gandini per Bertone, ci sia spesso una firma italiana.La mostra è un tributo alla creatività tricolore e una riflessione sul valore della contaminazione culturale che ha segnato la storia dell’automobile europea, mentre ai piani alti del Vierzylinder si apprestano a riscrivere il futuro ancora una volta con la Neue Klasse.
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